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Quando le strade urbane sono più rischiose delle extraurbane

Pubblicato il 09/09/2019
Quando le strade urbane sono più rischiose delle extraurbane

Le strade cittadine nascondono molte più insidie di quelle extraurbane e a farne le spese sono soprattutto i pedoni, i ciclisti e i motociclisti. Il 70% delle persone morte o ferite in modo grave, infatti, sono state coinvolte in incidenti avvenuti nelle strade urbane: per essere precisi, il 39% ha interessato i pedoni, il 19% i ciclisti e il 12% i motociclisti.

Sono state tutte vittime di una guida spericolata, imprudente o hanno subito le conseguenze di stati di ebbrezza. Sono fenomeni che, paradossalmente, caratterizzano proprio la città: un ambiente che invece dovrebbe essere sede di maggiori controlli da parte delle autorità stradali, dove c’è sempre l’occhio del grande fratello che ti guarda (le telecamere sono ormai dovunque) e dove la tecnologia è sicuramente d’aiuto per evitare gli incidenti. E invece niente di tutto questo.

I morti in città sono calati meno che nelle strade extraurbane

Uno studio dell’European Transport Safety Council (Etsc) chiarisce che le strade urbane, proprio quelle dove i centauri e i ciclisti sono i più ‘odiati’ dagli automobilisti, rimangono le più rischiose rispetto a quelle extraurbane.

Stando alle statistiche riferite al periodo compreso tra il 2010 e il 2017 i morti sulle strade urbane sono calati, ma molto meno (con un rapporto inferiore al 50%) rispetto al ritmo registrato in quelle rurali. Nel dettaglio, nel periodo pedoni, ciclisti o motociclisti interessati da incidenti sono diminuiti della metà (del 2,2% rispetto al 3,9%) rispetto a quanto registrato nelle strade extraurbane.

Secondo i calcoli più recenti dell’Etsc, sulle strade Ue lo scorso anno hanno perso la vita poco più di 25mila persone: è stato fatto un netto miglioramento dai 55mila morti che hanno segnato il 2011, ma non è sufficiente. 

Etsc, maggiori investimenti per la sicurezza stradale

I responsabili dell’Etsc chiedono un maggiore impegno a Bruxelles, così come più investimenti nella sicurezza stradale e, in particolare, nei trasporti urbani, in infrastrutture più sicure e con l’adozione di adeguati limiti di velocità.

L’atteggiamento migliore per anticipare un qualsiasi eventuale incidente è assicurarsi: pedone, ciclista, motociclista o autista che possiamo essere. Certamente, come riporta la notizia dal titolo “Auto: meno incidenti, ma ancora tante vittime”, la casualità la si mette in conto anche in questo modo. Per avere un’idea di una polizza possiamo consultare il sito Segugio.it, dove possiamo comparare le proposte delle varie compagnie assicuratrici, disegnare il nostro piano in base alle nostre esigenze e anche sottoscriverlo. 

Le strade dei Paesi dell’Est Europa sono le più a rischio

I Paesi dell'Europa orientale hanno il più alto numero di vittime per strada pro capite in tutta l'Unione europea, rivelano i dati, anche se il numero complessivo di decessi in tutto il blocco si è più che dimezzato negli ultimi due decenni.

La ricerca targata Etsc segnala comunque ancora la Romania come il Paese che ha il più elevato tasso di mortalità sulle strade urbane (105 vittime ogni milione di abitanti), quattro volte più delle media europea. Spiccano i progressi di tutta l’Ue registrati da Lituania e Lettonia che, esattamente 17 anni fa, denunciavano rispettivamente 236 e 202 morti per milione di abitanti.

Il grande miglioramento lettone non è stato sufficiente per impedirgli di essere uno dei peggiori dell'Ue l'anno scorso, con 77 morti per milione di abitanti, lo stesso che in Ungheria. Tra i Paesi più virtuosi per quanto riguarda le strade cittadine ci sono Svezia (9 morti per milione di abitanti), Gran Bretagna (11), Olanda (13), Irlanda e Spagna (14). L’Italia si piazza al terzo posto nella classifica delle peggiori (29 morti), subito dietro Cipro (31) e Grecia (43).

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A cura di: Fernando Mancini

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